L'intervento riguarda il recupero dell’involucro murario, delle sistemazioni esterne, e degli interni, al fine di destinare gli spazi sia all’abitazione sia al laboratorio e all'attività della Fondazione omonima, d'arte contemporanea e dell'Archivio.
Il recupero architettonico della Villa è stato eseguito impiegando la tecnica delle velature in tutte le superfici lavorate, allo scopo di far emergere gli stucchi, le cornici, caratterizzanti i vuoti e gli aggetti delle pareti murarie esterne, riportando l’edificio ai suoi colori originari, ocra e avorio.
L’ABITAZIONE
Gli spazi degli ultimi due piani sono stati ristrutturati in modo da far emergere gli elementi costruttivi essenziali in quanto, essendo casa d'artista, c'era la volontà da parte del committente di inserire in uno spazio neutro gli oggetti d'arte.
Al fine di unificare la zona giorno (salone, pranzo e cucina) lo spazio distributivo è stato annullato con l'eliminazione di una lunga tramezza: un sistema doppiatrave - pilastro in acciaio verniciato, sottolineato anche dalla geometria dei pavimenti ri-composti in un disegno diverso dall'originale, richiama alla memoria la divisione precedente, ed insieme alla vicina scala elicoidale che porta alla mansarda, diventano i soli elementi verticali materici sullo sfondo di pareti smaterializzate dal colore bianco.
La campitura uniforme che ricopre anche gli stucchi esistenti fa così emergere i due elementi architettonici della zona giorno, la ricca tessitura dei pavimenti in graniglia e tutti gli elementi d'arredo e d'arte, di varie epoche, forma e materiali che costituiscono l'interno.
Così gli oggetti ed i quadri entrano a far parte, insieme agli elementi più prettamente architettonici, della composizione spaziale: ogni angolo è stato studiato in modo da ottenere vari equilibri materico-cromatici per i diversi punti di vista.
Così una vetrina essenziale in alluminio e vetro al centro di una parete è punteggiata simmetricamente da due piccole tele blu e sormontata da un quadro incorniciato lineare di stessa lunghezza del mobile. Il divano nero disegnato da Le Corbusier sottolinea il nodo strutturale , il cui colore, grigio scuro, è richiamato dai quadri che sono appesi vicino.
Ma l'esiguità dei setti murari che compongono la zona giorno fanno sì che ogni momento visivo non diventi assoluto protagonista ma rimandi continuamente all'intorno, ottenendo così un molteplice rimando visivo-associativo tra i vari componenti della casa.